Il Primo livello Reiki

M olte possono essere le motivazioni che spingono una persona ad avvicinarsi al Reiki: un disagio psicologico cui non riesce a dare un nome, una malattia, desiderio di diventare "canali" energetici, semplice curiosità.

Ad ogni modo, il primo livello è aperto a tutti.

In genere, viene organizzato un breve incontro preliminare, durante il quale il Maestro spiega per grandi linee cosa è il Reiki, cos'è l'attivazione del primo livello, come agisce e quali sono le sue possibilità; il seminario vero e proprio, invece, di solito dura un fine settimana oppure, solo di rado, ed in casi particolari, può essere concentrato in una sola giornata con una breve pausa per il pranzo.

Durante il seminario di primo livello si ricevono 4 attivazioni che servono a "ripulire" i canali e consentire una migliore circolazione dell'Energia.
Le 4 attivazioni aprono i quattro chakra superiori e con essi il canale energetico tra il chakra corona e quello del cuore.
Ciò consente che il flusso energetico acceda al nostro corpo fisico.
Infatti, il primo livello Reiki viene definito "livello fisico

Nondimeno, le possibilità che offre il primo livello sono ugualmente grandi ed importanti: possono già trattare gli altri, le piante, gli alimenti, i medicinali oltre che sè stessi, naturalmente.

Il maestro, oltre che attivare gli allievi, insegna anche le tecniche di base per gli autotrattamenti, i trattamenti veloci, i trattamenti su altri e mostra le posizioni delle mani.
Gli allievi vengono incoraggiati ad esercitarsi e ad effettuare "scambi" energetici che sono molto importanti perché contribuiscono a potenziare il flusso energetico ed a percepirne meglio il passaggio.

In ciò consiste la principale differenza fra il Reiki e la pranoterapia.
Il pranoterapeuta, infatti, è un individuo già particolarmente dotato di propria energia (il ki); durante il trattamento, rischia di "scaricarsi" e sentirsi perciò stanco o "esaurito".

Nel Reiki, invece, si è semplici canali energetici, non si trasmette la propria energia, ma quella universale (il Rei).
Durante il trattamento Reiki, perciò, non ci si priva di nulla, non ci si stanca, ma, al contrario, il passaggio di energia benefica e rinvigorisce.

Nel Reiki, entrambi le mani sono canali di trasmissione energetici.
A questo punto si è pronti per mettersi al lavoro: chi viene attivato a Reiki viene in genere colto da dubbi, perplessità e domande che il Maestro provvede a chiarire.
Chi percepisce calore alle mani, pizzicorio, formicolìo, chi non sente assolutamente nulla, niente preoccupazioni, l'Energia fluisce ugualmente ed essendo mezzo di Amore Assoluto, non può in alcun modo far male.

Molti, infatti, si chiedono se impongono le mani correttamente, se possono aver sbagliato nei tempi, quali sono le parti del corpo che hanno più bisogno.
Il bello del Reiki è anche questo: usa l'Energia Universale che è di per sé Amorevole e Intelligente.
Sà perciò dove andare ed il terapeuta ha il solo compito di imporre le mani con Amore e Fiducia.

Ad ogni modo, col tempo si "percepisce" quali sono le zone dove andare a trattare con maggiore particolarità.
Non occorre perciò uno schema rigido di posizioni che tuttavia sono utili per chi è all'inizio quale strumento minimo di tecnica.

Un ultimo consiglio: occorre praticare il Reiki con costanza.
Innanzitutto, sarebbe un vero peccato poter disporre di uno strumento tanto dolce, potente ed efficace e non utilizzarlo.
In secondo luogo, trasmettere Reiki a sè stessi e agli altri costituisce un enorme possibilità di fornire benessere alla propria mente, al corpo ed allo spirito.

Chi pratica Reiki tratta la persona nella sua interezza, è un grande dono d'Amore.